Alla base di gran parte dei litigi domestici, sopratutto quelli tra fratelli e sorelle, ci sono quasi sempre dei motivi economico/ereditari che possono portare a semplici e futili litigi o, come alcuni casi di cronaca nera degli ultimi anni, a fenomeni di violenza mentale e fisica tra parenti.
I problemi ereditari, in realtà, rappresentano solo una scusa per mascherare invidie e rancori tra parenti che possono sorgere per incompatibilità caratteriali o per la volontà di uno dei familiari di imporre la sua volontà sul resto della famiglia.
Dopo aver letto il titolo del post e le sue prime righe, potrebbe essere lecito chiedersi cosa centra un gatto con litigi ereditari. Se avrete la pazienza di continuare a leggere, capirete subito l'arcano mistero.
Il film "Il Gatto" è stato girato e ambientato a Roma nel 1977 da Luigi Comencini e appartiene al filone della commedia a tinte gialle molto di moda nel mondo della celluloide italiana tra il '70 e '80.
I protagonisti sono due fratelli, Amedeo e Ofelia Pegoraro(interpretati rispettivamente da Ugo Tognazzi e Mariangela Melato), i quali, dopo aver ereditato un palazzo nel cuore di Roma, decidono di vendere l'immobile per ottenere un profitto e, finalmente, vivere due vite separate.
Essendo la vendita vincolata allo sgombero di tutti gli inquilini, i Pegoraro, tra litigi e insulti, avviano una semi-seria attività investigativa per scoprire il killer del loro gatto, utile solo per procurargli giornalmente del cibo, e screditare i condomini dello stabile.
Le indagini maldestre dei due fratelli, mai prese sul serio dal commissario Francisci(Michel Galabru), portano all'arresto di una coppia di anziani musicisti dediti allo spaccio di droga, di una tenutaria di una casa di tolleranza, all'allontanamento del prete eversivo Don Pezzella(Philippe Leroy) e alla scoperta di un losco giro di affari tra politici e mafiosi, quest'ultima scoperta grazie all'aiuto della segretaria/ricattatrice di un avvocato(interpretata da Dalila Di Lazzaro).
Il film, nel complesso, ha un ritmo incalzante e riesce ad alternare in maniera valida scene comiche a scene gialle ricche di suspense.
L'obiettivo principale è quello di ridicolizzare alcuni aspetti della società moderna come l'avidità, la corruzione, il falso moralismo e la voglia di sopraffare gli altri per interessi personali.
I due protagonisti, che in alcune scene sembrano dei bambini che si fanno i dispetti(celebre la scena dello scambio di panini al fast food), sono persone avide, meschine e senza scrupolo che, pur di arrivare a soddisfare i propri interessi, sono disposti a tutto senza guardare in faccia a niente e a nessuno. Ne sono un esempio i vari tentativi di Ofelia di sedurre il prete per poi accusarlo di abusi sessuali o le continue e repentine invasioni di Amedeo nella vita privata della segretaria Wanda.
Wanda sembra in apparenza una persona fragile, ma, come si scopre vedendo il film, è una donna doppiogiochista che, senza denunciare i traffici di mazzette dell'avvocato per cui lavora, decide di registrare le conversazione e ricattare le varie autorità coinvolte nello scandalo mafioso e nella morte di un cameriere omosessuale.
Come nel film "Roma Bene", anche in questo caso il commissario è costretto a seguire le direttive di superiori inadatti al comando e che decidono di insabbiare le indagine nel momento in cui le persone coinvolte appartengono alla famiglia dei "protetti".
Ora scappo via, dal momento che un gatto vero sta miagolando perchè ha fame.Ciao e a presto.