sabato 13 gennaio 2018

[Cinema]Bomber e Lo Chiamavano Bulldozer: La lealtà sportiva con gli occhi di Bud Spencer

Lo sport, sia quello praticato a livello amatoriale che professionistico, oltre a far bene alla salute della persona, è, a detta di molti pedagogisti e sportivi, un veicolo di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale che è in grado di abbattere le differenze sociali e religiose esistenti tra i singoli individui.
Le regole alla base dell'attività sportiva sono, come diceva lo stesso De Coubertin, la partecipazione e il fair play.
Il Codice Europeo di lealtà sportiva definisce la lealtà sportiva, meglio noto come fair play, nel seguente modo:
"Fair play significa molto più che giocare nel rispetto delle regole. Esso incorpora il concetto di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il fair play è un modo di pensare, non solo di comportarsi".
Coloro che stanno leggendo questo articolo si chiederanno, cosa c'entra Bud Spencer con la lealtà sportiva e lo sport in generale.
La risposta alla domanda è semplice. Il fu Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer, oltre ad essere stato un eccellente nuotatore/pallanuotista, ha recitato, nell'arco della sua lunghissima e folgorante carriera di attore, in due film sullo sport: "Lo chiamavano Bulldozer" e "Bomber".
Lo chiamavano Bulldozer, film girato da Michele Lupo nel lontano 1978, narra le vicende di un ex-campione di football americano che, impossibilitato a ripartire con la sua barca dal porto di Livorno, decide di aiutare una squadra di ragazzi "sfigati" con l'obiettivo di fare almeno un punto nella gara contro una squadra composta da militari americani.
Il secondo film, diretto sempre da Michele Lupo, vede la partecipazione di Jerry Cala, Gegia e di Kallie Knotze, noto agli amanti della box poiché in grado di raggiungere il terzo posto come miglior pugile nella stagione 78/79.
In questo caso Bud Spencer interpreta il ruolo di un ex pugile che, dopo varie suppliche surreali da parte di Jerry, proprietario di una palestra frequentata da personaggi pittoreschi (come Prosecco e il cagliaritano Piddu), decide di aiutare l'amico collega allenando un pugile dilettante (Stefano Mingardo in arte Mike Miller) per un incontro contro un rappresentante dell'esercito americano.
I film, pur avendo una trama semplice e che rispecchia i cliché della commedia spenceriana, offre dei momenti di riflessione sulla lealtà sportiva e sullo sport come fattore di aggregazione.
In entrambe le pellicole ci ritroviamo dei personaggi che, dopo una vita errabonda, si ritrovano a combattere contro tutto ciò che li avevano spinti al ritiro anticipato dalle attività sportive: le partite decise a tavolino per favorire le scommesse clandestine gestite da persone poco raccomandabili.
La volontà di scacciare il marcio dallo sport e di trasmettere il concetto di fair play al prossimo, portano Bulldozer e Bomber ad aiutare un gruppo di ragazzi "disadattati" nel tentativo di cercare di vincere o ottenere almeno un punto nel rispetto dei valori sportivi decoubertiani.
Sempre nel rispetto di tali valori, il Pedersoli/Bulldozer cerca, riuscendoci talvolta anche con le maniere forti, di far collaborare tra loro personaggi diversi e che, inizialmente, mal volentieri andavano d'accordo. 
In un certo senso si potrebbero equiparare, con le giuste proporzioni, Bomber e Bulldozer ad insegnanti di scuola di vita il cui obiettivo primario è quello di far capire come, mediante il rispetto del prossimo e del diverso e la collaborazione del collettivo, si possa costruire una società più giusta che sia in grado di contrastare ogni forma di odio e di ingiustizia sociale e morale.

domenica 28 maggio 2017

[Cinema]La poliziotta

Siamo negli anni '70 e in un piccolo paesino del nord d'Italia, in cui corruzione e collusione tra industriali e forze politiche la fanno da padrone, vive Gianna, onesta segretaria che lavora presso un vecchio e famoso avvocato marpione della zona.
Stanca di essere continuamente trattata solo come una donna oggetto e della sua situazione familiare, la protagonista decide di partecipare al concorso come vigile urbano indetto per ambo i sessi dalle autorità.
Fonte Wikipedia
La sua solerzia e la sua testardaggine la portano a scoprire prima un piccolo giro di scambi di favori tra il capo del mattatoio locale e il capo della polizia municipale(Mario Carotenuto) e, successivamente, una truffa che coinvolge l'industriale/sindaco e alcune figure politiche di spicco del paese di Ravredate.
Impauriti dalla possibilità di perdere un grosso appalto di miliardi di lire, i politici, con l'aiuto di un losco individuo,  cercano in tutti i modi di infangare il buon nome di Gianna.
L'unica persona che decide di aiutarla, anche a costo di essere spedito in Sardegna o in Sicilia, è il pretore Ruggero Patanè, segretamente innamorato della poliziotta.
Dopo un maldestro tentativo di seduzione da parte dell'assessore Monti(Alberto Lionello) e stanca dei continui insabbiamenti, Gianna decide di abbandonare la sua città natale e di raggiungere il suo amato Ruggero in una città siciliana presso cui il pretore era stato trasferito.
Il film "La poliziotta", girato da Steno e magistralmente interpretato da Mariangela Melato, può essere considerato come il capostipite semi-serio e non erotico della serie sulla "Poliziotta" sexy successivamente interpretato da Edwige Fenech a fine anni '70. 
Infatti, gran parte dei protagonisti (vedasi i vari Alberto Lionello, Mario Carotenuto, Alvaro Vitali e Gigi Ballista) saranno successivamente ingaggiati in vari film della commedia erotica italiana anni 70-80.
Stefano Vanzina, in arte Steno, riesce, mantenendo sempre toni pacati e senza mai cadere nella volgarità, nell'intento di mescolare un aspra critica sociale contro la corruzione e la collusione dilagante tra politici e industriali e a descrivere la difficile condizione lavorative del mondo femminile degli anni '60/'70.
La protagonista viene rappresentata come una Giovanna D'Arco dei giorni nostri che, grazie al suo acume e alla sua intelligenza, cerca di emanciparsi ed affermarsi in una società prettamente maschilista che vedeva la donna solo come un oggetto e non una persona. 
Menzione particolare va ad un giovanissimo Renato Pozzetto, il quale sorprende in un ruolo in bilico tra sgradevolezza e spassosa ingenuità.

domenica 28 agosto 2016

[Cinema] C'eravamo tanto amati

L'amicizia è uno dei beni più preziosi che la vita possa offrirci anche se, a causa di incomprensioni o fattori esterni, può portare a litigi e a rotture. L'amore per una stessa persona, come magistralmente descritto da Ettore Scola, può causare rotture insanabili che portano molti amici a non frequentarsi più per molti anni. 
il film C'eravamo tanto amati, girato da Ettore Scola nel 1974, appartiene al filone della commedia all'italiana di impegno sociale molto di moda negli anni '60/'70.
Fonte Wikipedia

I protagonisti del film sono tre amici, incontratisi per la prima volta da partigiani nella lotta contro il nazifascimo, ossia:

  •  Antonio (Nino Manfredi), portantito dell'ospedale e convinto comunista;
  • Gianni Perego (Vittorio Gassman), arrivista di successo che, al termine della guerra, si laurea in giurisprudenza e vende i propri ideali in cambio del successo ottenuto ai danni del palazzinaro romano Romolo Catenacci (Aldo Fabrizi) e della figlia del Catenacci (Giovanna Ralli);
  • Nicola Palumbo (Stefano Satta Flores), insegnante in un istituto del suo paese di orgine (Nocera) che al termine della guerra si trasferisce a Roma, abbandonando la moglie e il figlio, per cercare invano di sfondare come giornalista o scrittore.
La loro amicizia è messa in discussione dall'incontro con l'attrice friulana Luciana Zanon(Stefania Sandrelli), di cui si innamora inizialmente Antonio.
Dopo un incontro fortuito, scatta subito il colpo di fulmine tra l'avvocato Perego e l'attrice all'insaputa del loro amico Antonio.
Questo nuovo amore durerà poco a causa dell'arrivismo di Gianni che, nel difendere il Catenacci, incontra la figlia ingenua del palazzinaro.
Quest'ultima diventerà il grimaldello per entrare nelle grazie del padre ed acquisire il controllo delle sue società(arrivando anche a far interdire il figlio poco sveglio del Catenacci).
Nel frattempo giunge a Roma Nicola che cerca di sfondare come giornalista, ma che, a causa delle sue idee talvolta molto estreme, si ritroverà a scrivere su giornali con lo pseudonimo di Vice.
Passati trent'anni i tre amici si rincontrano all'interno della loro trattoria storica per tracciare un bilancio amaro della loro vita trascorsa.
Il film era ed è uno più belli del panorama cinematografico italiano degli anni 70 e si scontrava contro la nuova moda del tempo fatta di film poliziotteschi o appartenenti al genere della nuova commedia erotica all'italiana.
Scola riesce con maestria a descrivere alcuni aspetti controversi dell'Italia del dopoguerra in cui l'arrivismo sfrenato di alcuni si scontrava contro il sogno e la voglia di cambiare in meglio una nazione che usciva distrutta socialmente ed economicamente dal dramma della Seconda Guerra Mondiale.
I sogni, però, molto spesso rimangono tali e non si riesce ad avverarli o per ottusità dei molti (celebre in tal senso la scena in cui Nicola litiga con altri insegnanti durante il cineforum scolastico) o per divergenze politiche (Antonio che rimane portantino per tutta la vita in quanto non democristiano) o per interessi personali (Gianni che vende il proprio credo e rinuncia al suo vero amore per i soldi, rimanendo per tutta la vita ingabbiato da un matrimonio con una donna mai amata e nella solitudine della sue ricchezze).
Tutto questo sfondo cupo è messo in secondo piano dall'amicizia dei protagonisti che, al di là dei propri problemi interpersonali, resiste nel tempo e che diventa ancora più forte verso la fine del film.
L'amicizia che si erge come unico scudo difensivo dei protagonisti dalla cruda realtà che li circonda e che, insieme all'amore per una persona amata, rappresenta la linfa vitale e il motore principale di ogni essere vivente che vive e vivrà sempre al di là di guerre e dell'odio sociale

giovedì 1 ottobre 2015

[Cinema] I giorni del commissario Ambrosio

Fonte Wikipedia

Continuiamo il nostro viaggio nei meandri del cinema giallo italiano con la recensione del film "I giorni del commissario Ambrosio", girato a Milano con la regia di Sergio Corbucci nel 1988.
Il protagonista è il commissario Ambrosio(Ugo Tognazzi), funzionario solerte e maniacale, che si incarica di indagare su uno strano caso di un incidente stradale in cui trova la morte il giovane Borghi.
Dopo l'interrogatorio dei testimoni Rosa Cuomo(Pupella Maggio) e del musicista  Renzo Bandelli(Carlo Delle Piane) e la scoperta del giro di prostituzione e di droga del defunto, l'Ambrosio arresta con l'accusa di omicidio lo spacciatore Barbieri(Teo Teocoli).
L'indagine subisce una nuova piega quando il commissario, al termine di una lunga "chiacchierata" con il fratello del Borghi(Duilio Del Prete) e della moglie(Rossella Falk), scopre il legame amoroso tra la moglie del Bandelli(Carla Gravina) e il morto.
Messo alle strette, il musicista decide di confessare la "falsa" verità, prendendosi la colpa dell'omicidio.
Non convinto pienamente delle dichiarazioni del Bandelli, il commissario indaga più a fondo e arriva a scoprire che, il giorno del delitto, nella macchina con il defunto c'era la figlia del Bandelli, la quale, per evitare di rientrare nel giro della droga e di essere stuprata, uccise il Borghi colpendolo ripetutamente con un sasso trovato per strada.
Nel suo complesso il film ha una trama semplice(fin da subito si capisce che il musicista è coinvolto indirettamente nell'omicidio), ma che appassiona fin dai primi istanti grazie alle interpretazioni eccellenti di Ugo Tognazzi e,sopratutto, di Carlo Delle Piane, che dimostra tutte le sue grandi capacità recitative staccandosi dall'immagine del caratterista di commedie italiane e trash(i più intenditori lo ricorderanno in molti film in cui recitava in ruoli di secondo piano al fianco di attori come Alberto Sordi(Un americano a Roma) o Aldo Fabrizi(Il pecorino di Toto contro i quattro)).
Il commissario Ambrosio è un funzionare solerte che, mettendo da parte la sua vita privata(la compagna è interpretata da Athina Cenci), anche se sembra un uomo rude, ha un grande rispetto per  il comportamento del musicista e un grande fiuto investigativo.
Diversamente, il Bandelli è un uomo fallito e oppresso dalla moglie, anche se ancora segretamente innamorato, che per amore della figlia decide di proteggerla fino al punto di accollarsi un omicidio che in realtà non ha mai commesso.
Per finire è facile notare la presenza nel film di un giovanissimo Claudio Amendola e di Cristina Marsillach(presente in "Marrakesh Express"), doppiata da Ilaria Stagni(voce di Bart Simpson per anni).



mercoledì 30 settembre 2015

[UBUNTU] Voltdb:Funzionalità di base

Voltdb è un RDBMS open source appartenente alla famiglia dei Distributed In-Memory Database New Sql in cui si garantisce la concorrenza, transazioni acide,un linguaggio di interrogazione del database Sql-like e si ha un database con schema fisso, ossia dati memorizzati in tabelle.
La prima cosa da fare è scaricare Voltdb da questo link.
Ora, scompattiamo il file voltdb-master.zip all'interno di una cartella(per semplicità io l'ho scompattato nella home, ottenendo una cartella voltdb-master).
Per semplificarci la vita aggiungiamo i seguenti comandi nel file .bashrc(se non esiste  creiamolo con un semplice editor di testi).
Successivamente, diamo i seguenti comandi:
In questo modo abbiamo effettuato il build di voltdb e preparato il server su cui verrà eseguita l'istanza in-memory del nostro database.
La fase successiva è quella di creare una semplice tabella Ciclista con campi nome, cognome ed eta e una tabella Team con campi id e team(si specifica il nome del team).
Per fare tutto questo apriamo un nuovo terminale e, al suo interno, diamo i seguenti comandi:
In questo modo abbiamo create due tabelle ciclista e team nel nostro database.
Inseriamo un po di elementi con il comando INSERT sql:
Successivamente dando alcuni comandi di SELECT SQL vedremo che i dati sono stati inseriti correttamente.


Al prossimo post vedremo come inserire dati mediante import di file csv.

martedì 29 settembre 2015

[Cinema] Il Gatto



Alla base di gran parte dei litigi domestici, sopratutto quelli tra fratelli e sorelle, ci sono quasi sempre dei motivi economico/ereditari che possono portare a semplici e futili litigi o, come alcuni casi di cronaca nera degli ultimi anni, a fenomeni di violenza mentale e fisica tra parenti.
I problemi ereditari, in realtà, rappresentano solo una scusa per mascherare invidie e rancori tra parenti che possono sorgere per incompatibilità caratteriali o per la volontà di uno dei familiari di imporre la sua volontà sul resto della famiglia.
Dopo aver letto il titolo del post e le sue prime righe, potrebbe essere lecito chiedersi cosa centra un gatto con litigi ereditari. Se avrete la pazienza di continuare a leggere, capirete subito l'arcano mistero.
Il film "Il Gatto" è stato girato e ambientato a Roma nel 1977 da Luigi Comencini e appartiene al filone della commedia a tinte gialle molto di moda nel mondo della celluloide italiana tra il '70 e '80.
I protagonisti sono due fratelli, Amedeo e Ofelia Pegoraro(interpretati rispettivamente da Ugo Tognazzi e Mariangela Melato), i quali, dopo aver ereditato un palazzo nel cuore di Roma, decidono di vendere l'immobile per ottenere un profitto e, finalmente, vivere due vite separate.
Essendo la vendita vincolata allo sgombero di tutti gli inquilini, i Pegoraro, tra litigi e insulti, avviano una semi-seria attività investigativa per scoprire il killer del loro gatto, utile solo per procurargli giornalmente del cibo, e screditare i condomini dello stabile.
Le indagini maldestre dei due fratelli, mai prese sul serio dal commissario Francisci(Michel Galabru), portano all'arresto di una coppia di anziani musicisti dediti allo spaccio di droga, di una tenutaria di una casa di tolleranza, all'allontanamento del prete eversivo Don Pezzella(Philippe Leroy) e alla scoperta di un losco giro di affari tra politici e mafiosi, quest'ultima scoperta grazie all'aiuto della segretaria/ricattatrice di un avvocato(interpretata da Dalila Di Lazzaro).
Il film, nel complesso, ha un ritmo incalzante e riesce ad alternare in maniera valida scene comiche a scene gialle ricche di suspense.
L'obiettivo principale è quello di ridicolizzare alcuni aspetti della società moderna come l'avidità, la corruzione, il falso moralismo e la voglia di sopraffare gli altri per interessi personali.
I due protagonisti, che in alcune scene sembrano dei bambini che si fanno i dispetti(celebre la scena dello scambio di panini al fast food), sono persone avide, meschine e senza scrupolo che, pur di arrivare a soddisfare i propri interessi, sono disposti a tutto senza guardare in faccia a niente e a nessuno. Ne sono un esempio i vari tentativi di Ofelia di sedurre il prete per poi accusarlo di abusi sessuali o le continue e repentine invasioni di Amedeo nella vita privata della segretaria Wanda.
Wanda sembra in apparenza una persona fragile, ma, come si scopre vedendo il film, è una donna doppiogiochista che, senza denunciare i traffici di mazzette dell'avvocato per cui lavora, decide di registrare le conversazione e ricattare le varie autorità coinvolte nello scandalo mafioso e nella morte di un cameriere omosessuale.
Come nel film "Roma Bene", anche in questo caso il commissario è costretto a seguire le direttive di superiori inadatti al comando e che decidono di insabbiare le indagine nel momento in cui le persone coinvolte appartengono alla famiglia dei "protetti".
Ora scappo via, dal momento che un gatto vero sta miagolando perchè ha fame.Ciao e a presto.


domenica 9 agosto 2015

[Neo4j] Visualizzare grandi grafi con Gephi o Cytoscape

In questa breve guida come visualizzare alcuni grafi con molti nodi e archi di Neo4j con programmi come Gephi e Cytoscape.
Nella mia pseudobiografia vi ho detto che sono un grande appassionato di ciclismo e videogames sportivi e, dal momento che per il troppo caldo sono rimasto a casa, ho deciso di estrarre alcuni dati dal manageriale pro cycling manager creando alcuni file csv da usare per la creazione di un grafo in Neo4j.
Questo è una piccola parte del grafo costruito


Ora esportiamo il grafo in formato graphml per poterlo visualizzare su Gephi. La prima cosa da fare per l'export è scaricare i file jar da qui e successivamente copiarli nella cartella lib di neo4j.
Poi avviare la shell di neo4j e dare il comando export-graphml
Adesso avviamo gephi e andiamo su FILE->OPEN e cerchiamo il file out.graphml.
Il risultato sarà il seguente:


Da ora possiamo applicare diversi filtri disponibili o selezionare nodi o applicare vari tipi di layout, come Yifan Hu che darà come risultato


Per quanto riguardo Cytoscape dobbiamo:

  1. Installare il plugin Cyneo4j
  2. Lanciare Neo4j 
  3. Eseguire una query e visualizzare il risultato
Dopo aver installato il plugin andiamo su APPS->Cyneo4->Cypher Query ed eseguiamo la query.
Successivamente, clicchiamo con il tasto destro del mouse sulla query che ci appare a sinistra e selezioniamo CREATE VIEW.
Il risultato di un Circular Layout su cytoscape è il seguente: