Lo sport, sia quello praticato a livello amatoriale che professionistico, oltre a far bene alla salute della persona, è, a detta di molti pedagogisti e sportivi, un veicolo di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale che è in grado di abbattere le differenze sociali e religiose esistenti tra i singoli individui.
Le regole alla base dell'attività sportiva sono, come diceva lo stesso De Coubertin, la partecipazione e il fair play.
Il Codice Europeo di lealtà sportiva definisce la lealtà sportiva, meglio noto come fair play, nel seguente modo:
Le regole alla base dell'attività sportiva sono, come diceva lo stesso De Coubertin, la partecipazione e il fair play.
Il Codice Europeo di lealtà sportiva definisce la lealtà sportiva, meglio noto come fair play, nel seguente modo:
"Fair play significa molto più che giocare nel rispetto delle regole. Esso incorpora il concetto di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il fair play è un modo di pensare, non solo di comportarsi".
Coloro che stanno leggendo questo articolo si chiederanno, cosa c'entra Bud Spencer con la lealtà sportiva e lo sport in generale.
La risposta alla domanda è semplice. Il fu Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer, oltre ad essere stato un eccellente nuotatore/pallanuotista, ha recitato, nell'arco della sua lunghissima e folgorante carriera di attore, in due film sullo sport: "Lo chiamavano Bulldozer" e "Bomber".
Lo chiamavano Bulldozer, film girato da Michele Lupo nel lontano 1978, narra le vicende di un ex-campione di football americano che, impossibilitato a ripartire con la sua barca dal porto di Livorno, decide di aiutare una squadra di ragazzi "sfigati" con l'obiettivo di fare almeno un punto nella gara contro una squadra composta da militari americani.
Il secondo film, diretto sempre da Michele Lupo, vede la partecipazione di Jerry Cala, Gegia e di Kallie Knotze, noto agli amanti della box poiché in grado di raggiungere il terzo posto come miglior pugile nella stagione 78/79.
In questo caso Bud Spencer interpreta il ruolo di un ex pugile che, dopo varie suppliche surreali da parte di Jerry, proprietario di una palestra frequentata da personaggi pittoreschi (come Prosecco e il cagliaritano Piddu), decide di aiutare l'amico collega allenando un pugile dilettante (Stefano Mingardo in arte Mike Miller) per un incontro contro un rappresentante dell'esercito americano.
I film, pur avendo una trama semplice e che rispecchia i cliché della commedia spenceriana, offre dei momenti di riflessione sulla lealtà sportiva e sullo sport come fattore di aggregazione.
In entrambe le pellicole ci ritroviamo dei personaggi che, dopo una vita errabonda, si ritrovano a combattere contro tutto ciò che li avevano spinti al ritiro anticipato dalle attività sportive: le partite decise a tavolino per favorire le scommesse clandestine gestite da persone poco raccomandabili.
La volontà di scacciare il marcio dallo sport e di trasmettere il concetto di fair play al prossimo, portano Bulldozer e Bomber ad aiutare un gruppo di ragazzi "disadattati" nel tentativo di cercare di vincere o ottenere almeno un punto nel rispetto dei valori sportivi decoubertiani.
Sempre nel rispetto di tali valori, il Pedersoli/Bulldozer cerca, riuscendoci talvolta anche con le maniere forti, di far collaborare tra loro personaggi diversi e che, inizialmente, mal volentieri andavano d'accordo.
In un certo senso si potrebbero equiparare, con le giuste proporzioni, Bomber e Bulldozer ad insegnanti di scuola di vita il cui obiettivo primario è quello di far capire come, mediante il rispetto del prossimo e del diverso e la collaborazione del collettivo, si possa costruire una società più giusta che sia in grado di contrastare ogni forma di odio e di ingiustizia sociale e morale.

Nessun commento:
Posta un commento