Dal dopoguerra ad oggi molti film hanno dipinto la città eterna in tutti i suoi aspetti, da quelli più belli e poetici, come in "Vacanze Romane", fino a quelli più contraddittori, come in "Roma Bene" e "Trastevere".
Queste ultime due pellicole, infatti, descrivono in modo dissacratorio e ironico lo squallore e la corruzione di molti salotti pseudo-aristocratici e pseudo-politici e il "cambiamento" sociale di alcuni quartieri romani nel periodo tra il'70 e l'80.
Per evitare di perdermi in ulteriori e futili discorsi, comincio subito con la prima pellicola in ordine alfabetico.
"Roma Bene" è stato girato nel 1971 da Carlo Lizzani e vede come protagonisti principali Nino Manfredi, Senta Berger, Virna Lisi e Vittorio Caprioli.
La storia inizia con l'indagine del commissario Quintillio Tartamella(Nino Manfredi) sul furto di un gioiello commesso dallo squattrinato barone De Vittis(Vittorio Caprioli) presso la villa della duchessa Silvia Santi(Virna Lisi), il quale, una volta arrestato, è costretto a restituire il gioiello mediante purgante(facile da capire come il furto è stato commesso :-) ).
Nel tentativo di risolvere il caso della pietra rubata, il Tartamella comincia a scoprire i vari truffatori e speculatori che frequentano casa Santi, come la stessa duchessa che, per estorcere soldi al marito, finge un finto rapimento dei figli o la principessa Mareschalchi(Senta Berger) che, con il consenso del marito(Umberto Orsini), cerca di concedersi con un politico, più interessato al marito, per ottenere un appalto o la moglie di un armatore(Irene Papas) che, grazie alle sue conoscenze, riesce a uccidere il marito senza essere mai indagata o un Monsignore(Gastone Moschin) che non disdegna di elargire favori in cambio di sesso.
Tale scoperte si riveleranno inutili a causa dei continui insabbiamenti e ad una promozione che costringe il commissario ad abbandonare le indagini.
La pellicola finisce con una sorta di "giustizia superiore",forse voluta da registi e sceneggiatori, che porta tutti questi personaggi della Roma bene a trovare una giusta morte durante una tragica crociera(per chi vedrà il film noterà la bella morte da sorcio di questi personaggi).
Dalla trama, è facile capire come l'intenzione del regista e degli sceneggiatori è quella di mettere alla berlina certi salotti della Roma bene del tempo in cui la droga e la corruzione, in alcuni casi, erano cool e la facilità con cui si era e, purtroppo, si è in grado di sfuggire alla giustizia con le opportune conoscenze e con qualche incentivo pecuniario.
Il Manfredi commissario di polizia è l'emblema del cittadino e funzionario onesto che cerca di lottare contro la corruzione, ma che si deve arrendere contro la potenza di personaggi più in alto di lui.
Il film "Trastevere" è un film "quasi" ad episodi intrecciati tra loro che vede la partecipazione di Nino Manfredi, Vittorio De Sica, Rosanna Schiaffino, Vittorio Caprioli e Gigi Ballista.
La pellicola ruota tutta intorno al bulldog francese Mao che, persa dal suo padrone(Vittorio De Sica), vaga per le vie di Trastevere andando incontro a varie disavventure grottesche.
La prima è la retata della guardia di finanza fatta a casa di un contrabbandiere di sigarette che finisce, dopo una riunione di famiglia su chi fosse più utile in termini economici, con l'arresto della nonna Gertrude.
Scampata alla retata, viene raccolta da John che la porta ad un droga party insieme a Caterina(Rosanna Schiaffino) e ad un poliziotto disertore tossicodipendente(Nino Manfredi).
Finita la festa, la cagnetta prima viene affidata a Kerry, che si suicida al Gianicolo dopo un incontro omosessuale con un conte romano(Gigi Ballista) e, successivamente, viene trovata da Stracchatelo, vedovo di una prostituta morta in servizio.
Lasciata da Stracchatelo, viene raccolta dal macellaio Settimio che cerca di regalarla a Delia, moglie di un professore, per ottenere in cambio favori sessuali(che alla fine sfoceranno in un menage a trois con in mezzo anche il marito).
Deluso dall'esperienza negativa, il Settimio regala la cagnetta a Sora Regina, nota nel quartiere in quanto a capo del gruppo "Madonnare" devote alla Madonna Del Divino Amore.
Il film finisce con le "madonnare" che, dopo la visita al santuario, si ubriacano in un ristorante fuori dalle porte di Roma e con la morte della sora Regina.
Diversamente da "Roma Bene", l'intento, direi riuscito da parte del regista, è quello di utilizzare la figura della cagnetta Mao come una sorta di "telecamera animale" che descrive, quasi come se fosse una novella Pirandelliana, tutti i controsensi sociali esistenti nella Roma del periodo e il "modo di vivere" di molte persone ai margini della società.
Nella realtà, il film originale doveva essere più lungo dei suoi 97 minuti, ma ha subito molti tagli sia per colpa della censura, simbolo di un certo bigottismo portato avanti da molti politici del tempo, sia per volere del produttore stesso(basti pensare che i personaggi di Martine Brochard, Riccardo Garrone e Umberto Orsini sono stati del tutto eliminati).
Queste ultime due pellicole, infatti, descrivono in modo dissacratorio e ironico lo squallore e la corruzione di molti salotti pseudo-aristocratici e pseudo-politici e il "cambiamento" sociale di alcuni quartieri romani nel periodo tra il'70 e l'80.
Per evitare di perdermi in ulteriori e futili discorsi, comincio subito con la prima pellicola in ordine alfabetico.
![]() | |
| Fonte Wikipedia |
La storia inizia con l'indagine del commissario Quintillio Tartamella(Nino Manfredi) sul furto di un gioiello commesso dallo squattrinato barone De Vittis(Vittorio Caprioli) presso la villa della duchessa Silvia Santi(Virna Lisi), il quale, una volta arrestato, è costretto a restituire il gioiello mediante purgante(facile da capire come il furto è stato commesso :-) ).
Nel tentativo di risolvere il caso della pietra rubata, il Tartamella comincia a scoprire i vari truffatori e speculatori che frequentano casa Santi, come la stessa duchessa che, per estorcere soldi al marito, finge un finto rapimento dei figli o la principessa Mareschalchi(Senta Berger) che, con il consenso del marito(Umberto Orsini), cerca di concedersi con un politico, più interessato al marito, per ottenere un appalto o la moglie di un armatore(Irene Papas) che, grazie alle sue conoscenze, riesce a uccidere il marito senza essere mai indagata o un Monsignore(Gastone Moschin) che non disdegna di elargire favori in cambio di sesso.
Tale scoperte si riveleranno inutili a causa dei continui insabbiamenti e ad una promozione che costringe il commissario ad abbandonare le indagini.
La pellicola finisce con una sorta di "giustizia superiore",forse voluta da registi e sceneggiatori, che porta tutti questi personaggi della Roma bene a trovare una giusta morte durante una tragica crociera(per chi vedrà il film noterà la bella morte da sorcio di questi personaggi).
Dalla trama, è facile capire come l'intenzione del regista e degli sceneggiatori è quella di mettere alla berlina certi salotti della Roma bene del tempo in cui la droga e la corruzione, in alcuni casi, erano cool e la facilità con cui si era e, purtroppo, si è in grado di sfuggire alla giustizia con le opportune conoscenze e con qualche incentivo pecuniario.
Il Manfredi commissario di polizia è l'emblema del cittadino e funzionario onesto che cerca di lottare contro la corruzione, ma che si deve arrendere contro la potenza di personaggi più in alto di lui.
![]() |
| Fonte Wikipedia |
La pellicola ruota tutta intorno al bulldog francese Mao che, persa dal suo padrone(Vittorio De Sica), vaga per le vie di Trastevere andando incontro a varie disavventure grottesche.
La prima è la retata della guardia di finanza fatta a casa di un contrabbandiere di sigarette che finisce, dopo una riunione di famiglia su chi fosse più utile in termini economici, con l'arresto della nonna Gertrude.
Scampata alla retata, viene raccolta da John che la porta ad un droga party insieme a Caterina(Rosanna Schiaffino) e ad un poliziotto disertore tossicodipendente(Nino Manfredi).
Finita la festa, la cagnetta prima viene affidata a Kerry, che si suicida al Gianicolo dopo un incontro omosessuale con un conte romano(Gigi Ballista) e, successivamente, viene trovata da Stracchatelo, vedovo di una prostituta morta in servizio.
Lasciata da Stracchatelo, viene raccolta dal macellaio Settimio che cerca di regalarla a Delia, moglie di un professore, per ottenere in cambio favori sessuali(che alla fine sfoceranno in un menage a trois con in mezzo anche il marito).
Deluso dall'esperienza negativa, il Settimio regala la cagnetta a Sora Regina, nota nel quartiere in quanto a capo del gruppo "Madonnare" devote alla Madonna Del Divino Amore.
Il film finisce con le "madonnare" che, dopo la visita al santuario, si ubriacano in un ristorante fuori dalle porte di Roma e con la morte della sora Regina.
Diversamente da "Roma Bene", l'intento, direi riuscito da parte del regista, è quello di utilizzare la figura della cagnetta Mao come una sorta di "telecamera animale" che descrive, quasi come se fosse una novella Pirandelliana, tutti i controsensi sociali esistenti nella Roma del periodo e il "modo di vivere" di molte persone ai margini della società.
Nella realtà, il film originale doveva essere più lungo dei suoi 97 minuti, ma ha subito molti tagli sia per colpa della censura, simbolo di un certo bigottismo portato avanti da molti politici del tempo, sia per volere del produttore stesso(basti pensare che i personaggi di Martine Brochard, Riccardo Garrone e Umberto Orsini sono stati del tutto eliminati).


Nessun commento:
Posta un commento