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| Fonte Wikipedia |
Tutti coloro che hanno studiato o vissuto la storia italiana a cavallo tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 80, sanno che tale periodo storico era caratterizzato da aspri conflitti sindacali e politici che, molto spesso, portarono a vili attentati terroristici che coinvolsero direttamente molti innocenti.
A tale clima di violenza, si aggiunse anche la crisi petrolifera, dovuta alla decisione dell'Opec di ridurre le forniture di greggio verso i paesi occidentali(in Italia si arrivò per la prima volta al circolazione dei veicoli con targhe alterne e alle domeniche a piedi), e ad un continuo aumento della disoccupazione e dell'inflazione, che porto nel giro di pochi mesi ad un repentina crescita dei prezzi dei beni comuni.
La voglia di raccontare tale clima di odio socio-politico-economico e l'influenza di molte pellicole holliwodiane contribui alla nascita del filone "poliziottesco", in cui si rappresentavano tutori della legge incorruttibili e intransigenti nello stile di Serpico e l'ispettore Callaghan.
Vari sono stati i registi(Marco Bellocchio, Francesco Rosi, Elio Petri, Florestano Vancini, Damiano Damiani) e gli attori(Maurizio Merli, Franco Nero, Tomas Milian, Gastone Moschin) che si sono cimentati con risultati altalenati su questo genere di film.
Al di là dei lungometraggi interpretati da Tomas Milian(i miei preferiti sono "Squadra Volante", "La banda del gobbo" e la serie del maresciallo Giraldi), uno dei titoli che mi ha maggiormente colpito è "La polizia incrimina la legge assolve".
La trama, come gran parte delle pellicole poliziottesche, narra la storia del commissario Belli che cerca di sconfiggere in ogni modo la malavita organizzata, rappresentata dal boss Cafiero(Fernando Rey) e dall'industriale Griva(Silvano Tranquilli), per ripulire la città dal traffico di droga e cercare, per quanto possibile, di vendicare le morti della figlia e del commissario Scavino(il James Whitmore della serie tv "Tony e il professore").
Gli aspetti più interessanti del film sono la figura del commissario(interpretato molto bene da Franco Nero) e la colonna sonora del film.
Per quanto riguarda la colonna sonora, gli aficionados dei film di Tarantino(uno dei più grandi fan del poliziottesco e del trash italiano anni '70) possono notare come essa sia ripresa come motivo musicale dal guru di "Pulp Fiction" per il suo film "Grindhouse a prova di morte".
Il protagonista del film sembra molto vicino all'immagine del poliziotto alla Callaghan, ossia alla figura del tutore della legge integerrimo e incorruttibile, ma, diversamente dal suo alterego americano, dimostra grande fiuto investigativo e, come diceva Paolo Villaggio, dotato di un "volto umano".
Le note "stonate" del film sono la continua ricerca di scene di violenza gratuite e la caratterizzazione esasperata di alcuni personaggi, come quella del commissario Scavino o del doppiogiochista affiliato al clan di Cafiero,
Tirando le somme, si può dire che la pellicola è nel suo complesso discreta ed è molto consigliata per coloro i quali vogliono studiare in modo più approfondito l'influenza del genere poliziottesco sulle trame e sui personaggi di molti film di Quentin Tarantino.

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